Centri Giovanili Don Mazzi

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Premessa - Il welfare Italiano è in crisi: aumento della spesa sociale

La “spesa sociale” è aumentata dal 17% del Pil nel 1990 al quasi 30% del 2016. Nel 2019 sono stati spesi dalle Amministrazioni pubbliche quasi 479 miliardi per sollevare le famiglie da rischi, eventi o bisogni inclusi nella protezione sociale. La maggior parte delle prestazioni sociali erogate in Italia riguardano la previdenza sociale (66,3%), il 22,7% prestazioni di tipo sanitario e solo l’11% di assistenza sociale. Nel 2020 la sanità ha avuto un valore di spesa di 123,5 miliardi, con un aumento del 6,7% rispetto al 2019. Il rapporto fra il debito/PIL è balzato al 155,8%, con un aumento del 21,2% (era al 134,6 a fine 2019).

Bassa natalità

Nel 2019 sono nati in Italia 399.400 bambini e il saldo con il numero dei morti è negativo (-709 mila unità), ridotto solo dal saldo migratorio positivo (+66 mila unità).

Popolazione sempre più vecchia

La popolazione anziana rappresenta il 22,6 % della popolazione e ogni 100 persone in età lavorativa ci sono in Italia 35,2 persone oltre i 65 anni.

Cosa fare?

Una simile situazione demografica e socio-economica può essere compensata solo con:
- la gestione di politiche migratorie, che favoriscano la stabilizzazione di persone in età lavorativa nei paesi europei
- una svolta epocale nelle politiche sociali, per cambiare i comportamenti degli individui e delle famiglie, intervenendo in particolare sull’innalzamento del tasso di fecondità e la forte diminuzione delle differenze di genere.

I nuovi modelli di welfare

La crisi del “welfare state” italiano, l’emergere di nuovi rischi sociali e il bisogno di trovare soluzioni alla disgregazione sociale hanno contribuito alla nascita e allo sviluppo, negli ultimi anni, di nuovi modelli di welfare. Le risorse economiche, di tempo, di cura, di competenza delle famiglie e delle comunità, messe in dialogo tra loro, producono beni e servizi che possono attivare nuove forme di fiducia, di reciprocità, di responsabilità condivisa. Sono le pratiche di welfare territoriale, che determinano un cambiamento nel rapporto tra destinatari delle politiche sociali, decisori politici e fornitori di servizi.

Come fare?

I Centri Giovanili don Mazzi lavorano in stretto contatto con enti pubblici (comuni, scuole etc.), associazioni e cooperative, aziende e persone che vogliono costruire nuovi servizi e beni per soddisfare i veri e reali bisogni delle comunità e migliorarne, così, il benessere. I metodi sviluppati e applicati consentono di far risparmiare tempo e denaro, ma, soprattutto, stimolano e agevolano il cambiamento dei comportamenti degli individui e delle famiglie.

Il metodo.

I Centri Giovanili don Mazzi agevolano la ricostruzione di patti di collaborazione nella comunità con l’obiettivo di:
- individuare i bisogni attraverso precise e frequenti ricerche sociali
- stimolare il confronto tra cittadini per individuare le risposte ai bisogni individuati e aumentare la partecipazione attiva
- coinvolgere gli enti pubblici (comuni e scuole), gli enti del terzo settore, i comitati civici, le aziende a prendersi cura delle comunità in cui agiscono
- restituire ai cittadini i risultati ottenuti per migliorare interventi e servizi.

Ri-Generazioni
In questa direzione si muove Ri-Generazioni, progetto già attivo nella 2^ Circoscrizione del Comune di Verona (presso il Centri di Comunità di Parona), nella 3^ Circoscrizione all'interno del progetto europeo STEPS, nella 1^ Circoscrizione (presso il Centro di Comunità di Veronetta), nel Comune di Povegliano Veronese, presso l'Istituto Statale Superiore Carlo Anti e l'Istituto di Istruzione Superiore Stefani-Bentegodi di Villafranca.

Ri-Generazioni partirà nuovamente nella 2 Circoscrizione, con la realizzazione di due Centri di Comunità in Ponte Crencano e in Borgo Trento, nei comuni di Cavaion Veronese, San Martino Buon Albergo e Legnago e nei Centri di Comunità a San Michele Extra e Cadidavid.

Ai giovani selezionati, in collaborazione con i Servizi Sociali locali e con i dirigenti scolastici, sarà erogata formazione tecnica su: giornalismo, copywriting, CMS, social media, grafica, video editing. Ma soprattutto formazione organizzativa aziendale: team bulding, elaborazione di vision e mission, autonomia operativa.

Ogni attività di Ri-Generazioni è progettata per il raggiungimento della piena sostenibilità economica attraverso il coinvolgimento di sponsor locali, ma l'avvio delle attività nelle prossime sei zone della Provincia di Verona ha bisogno di un contributo iniziale per sostenere i costi di progettazione, di amministrazione e gestione e dei primi pagamenti ai giovani lavoratori impiegati.

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Anche Valpolicella Benaco Banca, a conferma della fiducia riposta nel progetto, corrisponderà come prima sostenitrice l’importo di € 1.000,00. Non solo, verserà un contributo pari al 20% della somma raccolta complessivamente.

Per conoscere meglio il progetto Centri Giovanili Don Mazzi:

Sede: Via Bonuzzo Sant'Anna, 11 - Verona

E-mail: info@centrigiovanilidonmazzi.it - Sito web: www.centrigiovanilidonmazzi.it